SSD su MacBookPro – Guida alla sostituzione del disco e considerazioni sulle prestazioni [Aggiornato con abilitazione TRIM]

Alla fine anche io ho ceduto alla tentazione e, per Natale, mi sono regalato (con qualche giorno di anticipo) un disco SSD da montare sul mio MacBook Pro. Il motivo di tale scelta? Più che altro a spingermi è stata la necessità di sopperire alle prime incertezze del MacBook che, con il passare degli anni, pur rimanendo un ottimo strumento di lavoro, ha perso quel pizzico di agilità e reattività a cui mi ero abituato e che, forse anche per colpa di OS X Lion, non ho più ritrovato.

Iniziamo con qualche dato tecnico, anche se la guida alla sostituzione è sicuramente utilizzabile con un qualsiasi Mac Book (a parte qualche piccola variazione). Il mio portatile è un Mac Book Pro 13” dell’ottobre/novembre del 2009 con processore Intel Core Due Duo @ 2.53GHz, 4GB Ram e 250GB di HD @ 5400 rpm. La classica configurazione di un Mac Book Pro di quei tempi.

Il regalo è invece uno dei migliori, a mio parere, SSD attualmente sul mercato. Si tratta di un OCZ Vertex III M1 Series 120GB il quale si differenzia dal fratellino “minore”, senza la sigla MI, per un valore IOPs di 75.000 anziché di 60.000. IOPs, Input Output Operations Per Second (pronunciato solitamente come eye-ops) è una misura di prestazioni utilizzata nei benchmark dei sistemi di storage quali HDD, SSD, SAN. Va anche detto che se teoricamente tale sistema dovrebbe garantire prestazioni superiori non è detto che nel mondo reale ciò avvenga sempre.

Si tratta di un SSD da 2,5” Sata3 (550MB/s) che sarà sicuramente in grado di cancellare le prestazioni del caro vecchio HDD da 5400 rpm (ci mancherebbe!). Il prezzo tutto sommato non è male. Si tratta infatti di un dispositivo che si aggira intorno ai 200€ mentre il fratello minore dovrebbe costare circa una trentina di ero in meno.

Per la sostituzione del disco, sono necessari semplicemente un cacciavite a croce (anche piatto va bene) sufficientemente piccolo da poter svitare le 8 viti sul retro del vostro MacBook, un cacciavite a stella oppure una comune pinza con il becco piatto e 10 minuti di tempo. Se quindi la vostra paura è quella di mettere mano al vostro sistema, vi assicuro che si tratta di un’operazione davvero molto semplice che chiunque sappia maneggiare un cacciavite potrà portare a termine con successo.

Parte 1: Apertura del MacBook Pro
La prima operazione da eseguire, per quanto banale possa sembrare, è quella di spegnere il computer e, successivamente, riporlo sotto sopra in modo da avere facile accesso alle viti sul fondo.

Le viti sono classiche viti a croce ma sono di due lunghezze differenti, quindi vi consiglio di prendere una matita e segnare direttamente sul fondo del mac in corrispondenza di ogni buco la tipologia di vite che è stata tolta. (Nel mio caso le viti più lunghe erano 3 tutte sul lato al quale è collegato lo schermo).

Una volta messe al sicuro tutte le 8 viti appena rimoesse, il coperchio posteriore verrà via senza particolari difficoltà (risulterà, infatti, solamente poggiato senza nessun fissaggio ad incastro).

Parte 2: Individuazione del disco da sostituire
Se non avete dimestichezza con i componenti interni di un computer, potrebbe esservi di aiuto qualche indicazione per individuare facilmente il disco. La posizione classica è quella a lato del trackpad dalla stessa parte del lettore DVD/CD. Il disco è facilmente individuabile grazie all’etichetta applicata sopra che riporta tutte le specifiche del dispositivo. L’immagine sotto potrà essere di aiuto (spero).

 

Parte 3: Togliamo il caro e lento HDD
Prendiamo in considerazione la seguente immagine:

Nella parte superiore, è presente una piccola staffa di plastica nera/grigio scura, fissata con due viti a croce che tiene fissato il disco al corpo del Mac. La prima cosa da fare sarà quindi quella di rimuovere le due viti e quindi sollevare la staffa (aiutatevi con il cacciavite una volta tolte le viti se necessario).

Una volta tolta la staffa, il disco risulterà essere solamente poggiato sui supporti anti vibrazioni in gomma. Sollevandolo delicatamente (tramite l’apposita linguetta adesiva), noterete la presenta di un piccolo cavetto nero molto sottile al di sotto del disco, il quale andrà scollegato da quest’ultimo. Per scollegare il disco dal cavetto sarà sufficiente muovere l’attacco nero a lato del disco tirando verso di se (vedi immagine).

Parte 3: Preparazione del nuovo disco SSD
Prima di mettere via il disco appena scollegato, con delicatezza rimuovete la linguetta di plastica che avete utilizzato per sollevarlo ed applicatela (nella stessa posizione più o meno) al nuovo disco SSD.

Sempre dal disco vecchio dovrete svitare le 4 viti che sporgono dai due lati più lunghi. Non essendo le classiche viti a croce, se non avete il cacciavite apposito potrete sfruttare un pinza con il becco piatto per svitarle. Le viti andranno infine posizionate sul nuovo disco esattamente come le avete trovate nel precedente.

 

Parte 4: collegamento del nuovo disco
Siete arrivati al giro di boa. Ora si tratterà semplicemente di ripercorrere i passi appena eseguiti ma, questa volta, al contrario. Per prima cosa ricollegate il cavetto nero al nuovo disco assicurandovi di posizionarlo nel verso corretto (controllate gli attacchi sul disco e sul cavo). Infine posizionate il disco all’interno degli agganci anti vibrazioni e avvitate (senza stringere eccessivamente) la staffa che avete precedentemente rimosso.

Parte 5: Chiudete il coperchio
Utilizzando i segni che avete precedentemente fatto con la matita, avvitate tutte le 8 viti del fondo e…. il gioco è fatto!

Parte 5: Accendete il mac (con il DVD/USB di Lion/Snow Leopard)
Se non avete provveduto ad installare OS X nel disco SSD prima di sostituirlo (come nel mio caso), accendete il Mac e inserite la chiavetta USB o il DVD del sistema operativo che intendete utilizzare per avviare una nuova installazione. Non temete se alla prima accensione ci vorrà qualche tempo per far comparire qualche scritta o la solita scremata grigia con la mela al centro;  è tutto normale.

Parte 6: Abilitazione TRIM (OSX Lion e Snow Leopard 10.6.8)
Una volta installato il sistema operativo Snow Leopard 10.6.8 o Lion 10.7.x (non versioni precedenti) dovrete abilitare l’utilizzo della tecnologia TRIM in quanto il sistema operativo non abiliterà tale funzionalità se non utilizzate un disco SSD Apple. Per l’abilitazione sarà sufficiente scaricare questa piccola utility TRIM Enabler (Versione 2.0 beta 4.0). Avviatela, spostate lo slider e riavviate il sistema. Una guida è disponibile su SlideToMac a questo indirizzo.

Per chi non conoscesse tale funzionalità, sappiate che è importante in quanto permette di mantenere elevate velocità per tutto il ciclo di vita del disco SSD, permettendo al controllore del disco di conoscere se il contenuto di un determinato blocco di memoria sia effettivamente utilizzato o se contiene, invece, dati cancellati in precedenza.

Considerazioni finali e prime impressioni:
Ho precedentemente scritto qualche articolo su SlideToMac nel quale erano presenti numerosi test eseguiti con vari tipologie di SSD. I dati erano abbastanza chiari in merito alle prestazioni ma, provare sul proprio sistema è tutt’altra cosa. Vi assicuro che,  accensione del sistema a parte (nel mio caso si è passati da una 50-ina di secondi ad appena 15 (con inserimento della password di log-in compreso), vi sembrerà di avere a che fare con un MacBook completamente rinnovato.

OS X Lion risponde come mai aveva fatto in precedenza, le applicazioni come Mail, Safari, iTunes, Finder si aprono nel giro di 1,2 secondi al massimo. Il sistema risulta davvero reattivo e scattante ad ogni sollecitazione a dimostrazione del fatto che il disco può davvero fare la differenza non solo nelle operazioni di copia ma anche nell’utilizzo classico del sistema operativo.

Tutto è notevolmente più fluido e, soprattutto, molto più reattivo. A partire dalle animazioni per passare da uno schermo al successivo, a quelle per mettere a tutto schermo le applicazioni, alla chiusura della applicazioni, ai salvataggi ed alla chiusura del sistema.

Per i lavori che faccio con il Mac Book,  utilizzo spesso macchine virtuali con Linux e Win. In questi casi i vantaggi sono davvero notevoli in quanto le prestazioni del disco garantiscono l’apertura della macchina virtuale in una decina di secondi al massimo ed una maggiore reattività del sistema virtualizzato.

Ovviamente tutto questo ha un prezzo… o meglio 2 prezzi. Il primo è quello più ovvio: l’acquisto del disco. Tale operazione può essere un problema sopratutto se avete la necessità di una grande quantità di spazio. 200€ sono sufficienti per avere un disco al top da 120GB ma vi sono anche soluzioni più economiche e non credo che i risultati siano molti diversi da quelli ottenuti nel mio caso. Oltre i 120Gb i prezzi sono, secondo me, ancora proibitivi ma, se ne avete la possibilità sarà sicuramente un investimento proficuo!

Il secondo compromesso è quello dello spazio a disposizione. Con il disco da 250GB avevo a disposizione circa 70GB di spazio libero più altri 20GB che erano occupati da una partizione con installato ubuntu. Il backup di Time Machines, per esempio, occupava circa 140GB, quindi ho dovuto fare una grande selezione dei contenuti che dovevano essere salvati sul disco.

Ora, con sistema carico e con una macchina virtuale installata, ho a disposizione ben 90GB di spazio libero grazie anche ad iPhone ed iPad che hanno consentito di eliminare Musica, Podcast e altri file dal MacBook. Un’altra conferma alla regola fondamentale “Più spazio sul disco si ha a disposizione e più spazio si occuperà!!”.

Detto questo, a distanza di qualche giorno dal cambio…. non tornerei indietro per nulla al mondo!!

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