Ecco come funziona la Touch Bar dei nuovi MacBook Pro

Tra le varie novità introdotte con i nuovi MacBook Pro, la Touch Bar è sicuramente la più importante. Vediamo nel dettaglio l’interfaccia e il funzionamento di questa nuova feature.

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La Touch Bar è essenzialmente un display touch, che rimpiazza la riga dei tasti funzione della tastiera “tradizionale” dei vecchi MacBook Pro, in cui le applicazioni possono visualizzare una serie di pulsanti, slider, interruttori e molto altro. Questa funzione è disponibile sui MacBook Pro da 13″ più potenti e sui modelli da 15″.

In merito alla Touch Bar, lo stesso Jony Ive ha spiegato che, prima di realizzare quella che vediamo ora, Apple ha preso in considerazione tantissime ipotesi e che questa finale è stata la più convincente, ottenuta grazia ad una perfetta integrazione tra hardware e software: “Abbiamo creato qualcosa si semplice, ma anche di innovativo e con un profondo senso funzionale”. 

 

Abbiamo imparato di più sulla barra touch il Venerdì attraverso la documentazione per sviluppatori di Apple. Gli sviluppatori possono, in teoria, fare quasi tutto ciò che vogliono con il bar, ma Apple ha linee guida che richiedono che venga visualizzato pacifica relativamente statica interfaccia utente in base al compito corrente.

L’interfaccia è divisa in tre sezioni: un pulsante di sistema, un’area dedicata alle applicazioni e la Control Strip:

  • il pulsante di sistema si trova sulla sinistra, è controllato da macOS e visualizza alternativamente il tasto “esc”, un tasto Annulla o un tasto Fine. Non abbiamo più il tasto “esc” fisico sulla tastiera, ma macOS può visualizzarlo all’occorrenza.
  • l’area dedicata alle app è controllata dall’applicazione attualmente attiva e si trova al centro della Touch Bar. Se non ci sono applicazioni attive, l’area sarà vuota e si riempirà appena ne aprirete una.
  • i tasti per controllare la luminosità, il volume, i tasti multimediali e Siri sono contenuti nella Control Strip, un’altra zona controllata dal sistema. La Control Strip è fissa sulla destra della Touch Bar e può essere minimizzata o estesa a seconda delle necessità.
  • tenendo premuto il tasto fisico “fn” o avviando Windows tramite BootCamp, la Touch Bar visualizza i classici tasti funzione.

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Dal punto di vista tecnico la Touch Bar è un display Retina multitouch con tecnologia OLED, ha una risoluzione di 2170 x 60 pixel e supporta lo spazio di colore P3 esattamente come il display principale del MacBook Pro.Il funzionamento è controllato da un nuovo chip proprietario chiamato T1 (che risulta essere quasi identico all’S2 presente negli Apple Watch Series 2), che esegue una variante di watchOS.

Il chip comunica con macOS attraverso un bridge USB che trasmette al sistema le informazioni sui tocchi effettuati sul display. Il chip T1 è anche responsabile di Touch ID e Apple Pay, e funge da “filtro” per gli accessi alla fotocamera del MacBook e al Touch ID. Stando a quanto scoperto (e poi confermato da Craig Federighi), il chip T1 sarebbe in grado di gestire la Touch Bar anche senza l’ausilio di macOS, nonostante non abbia un dispositivo di archiviazione fisso (il sistema si avvia da un ramdisk da 25MB). Come avviene su iPhone, poi, Touch ID e chip T1 sono abbinati univocamente, quindi non è possibile utilizzare un sensore Touch ID su un altro chip T1 diverso dal suo originale. In caso di problemi sarà necessario sostituire entrambi i componenti.

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Le API realizzate per la Touch Bar mettono a disposizione degli sviluppatori la possibilità di aggiungere pulsanti e controlli di ogni tipo, esattamente come per le applicazioni native. A differenza di quanto accaduto in passato, quindi, Apple ha subito aperto le API agli sviluppatori di terze parti. Sono inclusi anche una serie di template per mantenere uno stile uniforme tra le applicazioni, ma gli sviluppatori possono personalizzare completamente i controlli. L’unica restrizione riguarda lo spazio disponibile, di dimensione verticale fissa ma con la possibilità di eseguire uno scroll laterale. In questa immagine potete vedere alcuni esempi di interfacce per le applicazioni native di Apple:

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L’azienda di Cupertino ha poi pubblicato delle linee guida per gli sviluppatori. La Touch Bar non deve visualizzare contenuti che possono distrarre l’utente dallo schermo principale, quindi sono esclusi avvisi, messaggi, animazioni e giochi. La barra dev’essere intesa come un dispositivo di input, e non come un display secondario (nelle linee guida è consigliato di utilizzare uno stile più simile possibile ai tasti fisici della tastiera). Non è inoltre possibile visualizzare dei controlli disponibili solo nella Touch Bar, in quanto all’interno delle Preferenze di Sistema è possibile disattivare i controlli per le applicazioni nella barra (e comunque, la Touch Bar non è disponibile su tutti i Mac).

Concludendo, la prima iterazione della Touch Bar sembra essere già avanzata e ben implementata. Solo l’utilizzo su lungo periodo, però, sarà in grado di dare informazioni sulla reale utilità della Touch Bar.

I nuovi MacBook Pro con Touch Bar saranno disponibili nelle prossime settimane e sapremo dirvi di più sulla questione.

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