Mac bollente? Sbarazzatevi di Google Chrome

Arriva l’estate e puntualmente forum e siti specializzati si riempiono di richieste di “aiuto”. C’è chi scopre che il proprio Mac sia dotato di ventole (che in inverno un utente medio non gamer potrebbe non sentire mai), c’è chi comincia a sentire un tutt’altro che piacevole tepore sul proprio MacBook e c’è lo smanettoncino medio (definizione en passant, scusate) che si munisce di programma per il monitoraggio della temperatura e comincia a preoccuparsi perché il suo MacBook Air è bollente, le temperature alte della CPU misurano 99°C ed è tutt’altro che normale visto che sta semplicemente “navigando”.
Abbiamo indagato un po’ ed il responsabile, in moltissimi casi, sembra essere proprio lui, l’amato Google Chrome.

burning-laptop

Antefatto:

Il tutto comincia qualche sera fa, in cui un collega blogger nota delle temperature fuori norma sul proprio MacBook Air. Oltre 90°C utilizzando mail, vedendo qualche video su Youtube, sembravano veramente eccessivi.
Certo, il MacBook Air così iper sottile non avrà il più efficiente sistema di smaltimento del calore possibile, certo, lo sapranno i più smaliziati, Apple è piuttosto (troppo) conservativa sui range di intervento delle ventole, che si attivano quando le temperature sono già abbastanza alte ma è anche vero che soluzioni come l’Air sono dotate di processori ULV, parsimoniosi nei consumi. Come poteva il mio MacBook Pro Retina con CPU i7 essere ben oltre i 40°C in meno?
Problema hardware, dai. Non è possibile. Questione archiviata e chiamata in assistenza.

Tu quoque, Google Chromae, filii mii?

In maniera del tutto casuale poche ore dopo mi trovavo a navigare, con Google Chrome, su Youtube, guardando i video di Andrea Cervone su iPhoneItalia, un canale molto bello che, in maniera del tutto disinteressata vi consiglio e di seguire.
Faceva indubbiamente caldo nella mia stanza ma ad un certo punto ho sentito avviarsi in maniera abbastanza prepotente entrambe le ventole del mio MacBook che registrava temperature piuttosto alte. Per un video su Youtube??? Strano.
Chiudo all’istante, avvio Safari in riproduzione dello stesso video. Nel giro di 60 secondi le ventole si fermano ed il Mac veramente in modo rapido torna sui 50-55°C. Conclusione? Comincio a temere che Google sia affamato di risorse e che sia questo, il problema.

Qualche piccolo Test

Ma è veramente tutta colpa di Google Chrome? Ve lo anticipo, decisamente si, perlomeno nel mio caso. Qui di seguito qualche elementare ma evidente test che abbiamo condotto. (Potete cliccare sulle immagini per vederle a schermo pieno).

Riproduzione Video 1080p Flash Player – Apple Safari

Safari 1080p flash video

Come possiamo vedere in alto siamo a 46°C (e rimarrà pressoché stabile) come temperature della CPU, il monte risorse utente usate è dell’ 1.5%.

Dal grafico del carico CPU è possibile vedere che dopo il caricamento iniziale il Mac è quasi in idle.

In monitoraggio risorse vediamo che l’unico elemento a gravare sulla CPU è il plugin di Flash (per il 7%).

Schermata 2014-06-18 alle 15.44.29

Il monitoraggio energia ci offre un coefficiente di impatto energetico di 26,0.

Riproduzione Video 1080p Flash Player – Google Chrome

Un primo dato salta subito all’occhio. Dopo nemmeno 30 secondi di riproduzione la temperatura della CPU è schizzata in alto di quasi 10°C, cosa che abbiamo verificato nuovamente in seguito, ottenendo sempre dei boost di temperatura all’avvio di Google Chrome. Siamo a 55°C e durante la visualizzazione il dato è in costante aumento, alla fine del video saremo oltre i 60°C.

Il perché è presto detto. Può sembrare un’inerzia ma in questo piccolo test le risorse allocate allo spazio utente sono dell’8,66%, ben 5 volte quelle messe a disposizione di Safari.

Google Chrome, nonostante abbiamo un solo tab aperto, conta di numerosi processi attivi, il confronto con Safari è netto.

Chrome 1080p flash video

L’impatto energetico non può che confermare l’andamento riscontrato precedentemente. Un singolo processo ha un impatto sui consumi superiore a quelli di Safari, sono 4 i processi e 3 hanno un impatto tangibile sui consumi.

Schermata 2014-06-18 alle 15.47.44

Già, ma allora è colpa di Flash? Oppure Flash è stato ottimizzato su Safari (ed in effetti il lavoro di ottimizzazione è notevolissimo) e non su Google Chrome. Allora proviamo a riprodurre un video in HTML5 e vediamo che succede.

Riproduzione Video 720p Player HTML 5 – Apple Safari

Safari 720p html5 video

Il browser made in Apple continua a comportarsi eccellentemente, le temperature sono tornate nella norma, il carico di CPU è leggermente minore della situazione precedente (ma parliamo di un video a 720p, questa volta).

Chrome 720p html5 video

Le risorse utente per Chrome, anch’esse simili allo scenario precedente, richiedono 5 volte le risorse richieste da Safari. E la temperatura, anche in questo caso, in un attimo è tornata a salire.
Piccola nota a margine, con Mac OS X Yosemite Apple ha promesso un nuova modalità di esecuzione dei video HTML 5 ancor più ottimizzata in grado, a detta di Apple, di garantire ad un MacBook Air un’ulteriore ora aggiuntiva in riproduzione video. Quando si parla di ottimizzazione, Apple dimostra ancora di saperci veramente fare.

Conclusioni

Che fare allora?

Mollare Chrome. E non è una semplice questione di “temperature” risolvibile con tool come SMC Fan Control (grazie a “Ciccio FgF Graziani“) in grado di dare una sveglia alle ventole del nostro Mac. Purtroppo (ed ovviamente) è anche una questione di autonomia operativa. Non ci avevo mai fatto caso ma effettivamente Google Chrome è veramente “assatanato” di risorse e non vale solo per la riproduzione dei video, purtroppo.

Il problema è stra-arci-noto, per molti è colpa di Google (Chrome gira ancora, incredibilmente, a 32 bit) per altri la sandbox di Chrome, per altri ancora la pigrizia della community di Chromium.

Fatto sta che con Safari 7 Apple ha fatto un incredibile passo avanti, le prestazioni sono all’avanguardia, Google Chrome ha le sue chicche, vero, (ne sono stato un fiero sostenitore fin dai suoi albori) ma là fuori è una giungla e se non ti muovi, cara Google, sei fuori.

Sei-fuori

 

 

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